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Immagine del redattoreDott.ssa Ilaria Del Duca

La sindrome della capanna dopo il Lockdown

Aggiornamento: 1 lug 2020

La vita ti dà sempre una possibilità per cambiare ciò che non ti piace:

è il domani.

O, nel nostro caso, oggi.


18 Maggio


data della ripartenza,

del risveglio dall’intorpidimento di questi mesi.


Da uno studio eseguito su un campione di circa 700 persone, è emerso che il 71% circa sente ansia e preoccupazione rispetto a questo nuovo “start”.

Del tutto ragionevole se pensiamo che il nostro cervello

impiega 21 giorni per far sì che un comportamento diventi abitudine.

È il tempo della resilienza e dell’adattamento.

La gestione del tempo, le abitudini, le relazioni hanno cambiato forma e colore

per tutti

e adesso è come se ci fosse nel petto quella sensazione che si ha al ritorno da un lungo viaggio.


Inquietudine

Tachicardia

Per alcuni può essere complesso ricucire i rapporti da dove li aveva lasciati,

Riaprire la porta di casa e rivestire i panni della frenesia.

E poi c’è l’incertezza.

Non si sa come andrà,

il pensiero corre a protezione della salute, si concentra sulle risorse economiche e la giornata inizia a prendere una piega diversa.


* Tu cerca di proteggere quel ritmo interno che ha scandito il tempo in questo lockdown

* Non parlare solo del virus

* Cerca, per quanto possibile, di seguire ritmi circadiani equilibrati

* In queste delicate transizioni potresti ritrovarti a sentirti più teso, agitato, confuso. Potresti faticare a dormire, sentire costrizioni al petto o vertigini.


Esistono strategie per far sì che i sintomi non diventino cronici.

Un valido piano di trattamento psicologico riduce la sintomatologia modificando il funzionamento disfunzionale.


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